Ci sono troppi stereotipi nelle comunicazioni aziendali. Qui parliamo di "da sempre", una locuzione abusata che tiene lontano il linguaggio aziendale dalla chiarezza, la trasparenza e l'empatia. Molto amato dalle aziende e dalle persone che per conto delle aziende scrivono, viene usato soprattutto a proposito di sostenibilità, innovazione e diversity, tre concetti sempre più centrali per le imprese.
Stereotipi nella comunicazione d'impresa
Questa è solo un minimo campionario tratto dalla rete: qualche esempio di come sia usata la locuzione "da sempre".
Sostenibilità da sempre. Gruppo A2A: “il nostro pensiero e le nostre azioni si muovono da sempre in uno spazio a tre dimensioni: ambiente, economia e sociale” | Prada: “Da sempre sostenibili, presentiamo il primo Bilancio Sociale” | “Noi di Findus da sempre ci impegniamo per offrire prodotti buoni e di qualità che provengono da attività sostenibili”.
Innovazione da sempre. Anas: “Innovazione e tecnologia sono da sempre nel nostro Dna” | “Samsung si impegna da sempre a soddisfare i desideri e le esigenze degli utenti” | “Renault, tanta tecnologia e innovazione da sempre”.
Diversity da sempre. “Procter & Gamble crede da sempre nel valore della Diversità e nel valore dell'Inclusione” | “Gucci, da sempre attivo nella sensibilizzazione verso tematiche come diversity ed inclusione” | Carrefour: “Da sempre ci impegniamo nella tutela della Diversity”.
“Da sempre”: cosa se ne dice
Il nuovo De Mauro la considera una legittima locuzione avverbiale di uso comune (vedi qui), pur sottolineando la sua iperbolicità. Anche il Grande Dizionario Hoepli Italiano di Aldo Gabrielli 2018, online su la Repubblica, la accetta (vedi qui).
Nel manuale del 2018 Come non scrivere, Claudio Giunta invece la sconsiglia:
‘da sempre’ e ‘da subito’ si sentono sempre più spesso, ma se ci pensate sono espressioni che non hanno molto senso. ‘Sempre’ non indica un momento del passato dal quale far cominciare il computo del tempo bensì una durata (sempre = ‘per tutto il tempo’); e ‘subito’ non è sinonimo di ‘ora’ (‘d’ora in poi’) ma di ‘immediatamente’, ovvero esprime l’istantaneità di un fatto, di un’azione. Scriveremmo ‘Mi è piaciuto da immediatamente’? Invece di ‘Sono stato da sempre’ a me pare meglio dire e scrivere ‘Sono sempre stato’; e invece di ‘Mi ha convinto da subito’, ‘Mi ha convinto subito’.
Anche Giuseppe Pontiggia, uno degli scrittori più eleganti del secolo scorso, doveva essere un nemico del "da sempre". In La grande sera, romanzo del 1989, racconta come il giovane e triste Andrea definisce i suoi genitori:
Li aveva definiti vecchi "da sempre", usando una espressione che suo padre, quando gli correggeva i temi, gli censurava: "Che cosa significa da sempre?".
Uno stereotipo che non convince
Ma, al di là della correttezza, all’atto pratico questo uso del “da sempre” non convince, per almeno tre motivi:
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Guarda al passato e non al futuro. Mette l'azienda in una prospettiva di eternità e non dà luce al lavoro importante di trasformazione e sperimentazione che avviene nel presente.
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Ostacola una relazione empatica con chi legge, perché si fonda su un’idea sacrale e dogmatica dell’impresa come entità votata al principio più che al progetto.
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Non testimonia né conferisce leadership: suona come un’espressione stereotipata, abusata e banale che rende la narrazione corporate piatta e indistinta.
Insomma, “da sempre” l’ho scritto anche io varie volte, lo confesso. Ma penso che da oggi non lo scriverò più.
Fonti: https://dizionario.internazionale.it/parola/da-sempre | https://dizionari.repubblica.it/Italiano/S/sempre.html | https://www.utetlibri.it/libri/come-non-scrivere/ | https://www.oscarmondadori.it/libri/la-grande-sera-giuseppe-pontiggia /